Stati Generali dell’ortofrutta, un salto nel futuro

Un’edizione densa di contenuti e suggestioni che ha degnamente celebrato i 20 anni: lo Speciale Frutta&Verdura 2019 è stato presentato a Milano e ha rappresentato una sorta di fil rouge tra passato e futuro, fotografando il presente e fornendo numerosi spunti per costruire un domani con più valore, qualità e migliori rapporti di filiera. Proprio le relazioni di filiera sono state l’ossatura degli “Stati Generali dell’ortofrutta” dedicati a sei macro-temi: aspetti agronomici, assetto della produzione, organizzazione della distribuzione, internazionalizzazione, valorizzazione al consumo, sostenibilità.Tutte filiere dove il Mercato Ortofrutticolo di Genova – presente all’evento a Milano – ha sviluppato un ruolo di primo piano in questo decennio dal nuovo insediamento a Bolzaneto. Tanti i problemi da risolvere.”L’ortofrutta italiana soffre da tempo un ulteriore problema strutturale – ha ricordato Roberto Della Casa, managing director di Agroter – : è “distratta”, apparentemente disinteressata a produrre quello che effettivamente viene consumato. Per le sei principali colture frutticole italiane (mele, pere, kiwi, uva da tavola, arance e pesche/nettarine) dal 2000 al 2018 la produzione si è leggermente ridotta, gli acquisti sono scesi in modo più marcato e l’incremento delle importazioni è stato notevole. Risultato: un disavanzo di 1,2 milioni di tonnellate, un’eccedenza di offerta che appesantisce il settore e zavorra i prezzi. La produttività insomma non deve essere l’unico riferimento e l’agricoltura di precisione in questo può essere di aiuto a calibrare l’offerta stessa.” Riallineamento della catena del valore, sostenibilità sociale, produttiva ed economica sono per me parole d’ordine irrinunciabili – ha spiegato Teresa Bellanova , Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali-.  Bisogna impedire che nel passaggio dal campo alla tavola, costi bassi, criticità e crisi climatica, si scarichino esclusivamente sugli anelli deboli. Dobbiamo essere capaci di agire per migliorare la qualità dell’organizzazione, dei rapporti di filiera e delle relazioni con la grande distribuzione. Questo significa contrastare le posizioni dominanti, assicurando una più equa distribuzione dei margini, e sconfiggere illegalità”.