Il Mercato si blinda. Resiste. E porta frutta a San Martino

Il Mercato Ortofrutticolo di Genova si blinda per resistere. Il Secolo XIX con Annamaria Coluccia dedica un ampio articolo a tutto quanto sta succedendo nella struttura di Bolzaneto.
La speranza è che l’emergenza termini entro l’estate. Altrimenti tutto sarà difficilmente sostenibile.
Dal punto di vista dei prodotti le arance di fine stagione vanno a ruba (e rincarano), per fare il pieno di vitamina C contro il coronavirus; fragole e asparagi , invece, perdono terreno e prezzo, nonostante la primavera che avanza. E condividono la perdita di appeal con i carciofi surclassati a loro volta da cavolfiori e finocchi, forse anche perché più semplici e veloci da cucinare ai fornelli di casa, visto che il pranzo fuori è ormai solo un ricordo di altri tempi.
Il Mercato Ortofrutticolo però continua ad affinare le procedure contro il Covid – 19. Proseguono le misurazioni della temperatura all’ingresso grazie al supporto dei militi della Croce Rosa di Rivarolo e in questi giorni della Croce Rossa di Campomorone.
Costante la sanificazione dei locali con personale specializzato.
” Noi tutte le sere alle 22 siamo qui: siamo preoccupati, come tutti, ma abbiamo anche voglia di andare avanti – racconta al Secolo XIX, Giambattista Ratto, amministratore delegato di Sgm – Ieri alle 7 abbiamo ascoltato tutti insieme, e qualcuno ha anche cantato, l’inno di Mameli, in contemporanea con tutti gli altri mercati all’ingrosso d’Italia. È stato un modo per farci forza».
E in segno di solidarietà concreta a medici e infermieri in trincea, da ieri i grossisti hanno iniziato a mandare un quintale di frutta al giorno agli operatori che all’ospedale San Martino sono impegnati a fronteggiare l’emergenza.
” Il nostro è un servizio di interesse pubblico e cerchiamo di fare il nostro dovere al meglio ” sottolinea il presidente di SGM, Giovanni Vassallo.
Per ora la struttura regge ma le vendite sono in forte calo: questa settimana siamo a circa il 35% in meno.
” Ad incidere pesantemente è la chiusura di tutta la filiera della ristorazione (bar, ristoranti, pub, paninoteche) che rappresenta circa il 30% dell’attività del mercato e che da un giorno all’altro è sparita – spiega Giambattista Ratto – La settimana scorsa la flessione del giro di affari era stata un po’ meno sensibile perché c’era stata la corsa all’ approvvigionamento, ma adesso le vendite si sono stabilizzate (perora) al ribasso.
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